Fattori di mantenimento dell’ansia

Motivi per i quali soffriamo di disturbi d'ansia
Fattori di mantenimento dell’ ansia

I fattori di mantenimento dell’ansia sono quei meccanismi che appunto mantengono i sintomi ansiosi ed impediscono al paziente di liberarsene.

I principali sono:

Evitamenti

Il paziente mette in atto degli evitamenti che gli danno l’impressione di salvarsi dalle conseguenze temute. Mantengono il problema perché confermano al paziente la credenza disfunzionale circa la sua incapacità di sopportare e gestire le conseguenze delle manifestazioni dell’ansia nelle situazioni temute. Ad esempio in un caso di fobia sociale, il paziente può decidere di evitare di andare a mangiare con gli amici nei luoghi affollati, di provare i vestiti nei negozi, di chiedere aiuto o informazioni se ha un problema per strada, di andare ai concerti, di fare la fila, di partecipare a cerimonie, etc.

Attenzione e memoria selettiva

Ponendo attenzione ai sintomi aumentano i livelli di ansia e di attivazione fisiologica. Ciò non consente al paziente di testare ipotesi alternative rispetto a quella patogena e determinano una maggiore disponibilità di dati in memoria compatibili con essa.

Richiesta di rassicurazioni esterne

Le richieste di rassicurazione esterne sono un tentativo di ottenere delle conferme che le catastrofi temute non si verificheranno. Anche in questo caso, si tratta di tentativi “ingenui” di soluzione del problema. Questi comportamenti, pur contribuendo momentaneamente alla riduzione delle preoccupazioni e dell’ansia, a lungo andare mantengono e rinforzano il problema. Nella ricerca di rassicurazioni, molto spesso la persona potrebbe ottenere risposte contrastanti dai vari interlocutori, con un aumento, piuttosto che una diminuzione, delle preoccupazioni.

Anxiety sensitivity

Le sensazioni legate all’ansia vengono considerate pericolose e possono produrre quindi maggiore ansia e perdita di controllo.

Comportamenti protettivi

I comportamenti protettivi sono tutti i comportamenti messi in atto per annullare o ridurre i segnali fisiologici dell’ansia (bere, fare respiri profondi, coprirsi in viso con le mani, controllare il battito cardiaco), aumentano gli stessi sintomi; non sortendo effetti positivi aumentano il carattere dell’ incontrollabilità delle emozioni.

Ruminazioni

Le ruminazioni sono I pensieri costanti e fissi sulla problematica, sul sintomo o sulla situazione temuta, determinano una focalizzazione sulla catastroficità, impedendo al paziente di costruire delle strategie di problem solving ovvero di generare pensieri e soluzioni alternative.

Doverizzazioni

Le doverizzazioni ostacolano la scelta in base a desideri, preferenze.

Problema secondario

 Il paziente si critica per il suo malessere non riconoscendone la legittimità. Le emozioni negative come senso di colpa, autosvalutazione, vergogna accrescono di conseguenza la sua tristezza e conducono a stati depressivi.

Pubblicato da Massimiliano Iacucci

Mi chiamo Massimiliano Iacucci, sono uno psicologo e psicoterapeuta cognitivo Comportamentale. Ho deciso di svolgere questa professione per aiutare le persone a risolvere i propri problemi e a migliorare il proprio benessere psicofisico.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: